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Come fare addormentare i piccoli

Quando in famiglia arriva un bebé, tutte le vecchie abitudini vengono inevitabilmente sconvolte, a partire da quella più importante: dormire. Per il piccolo, infatti, specie nei primi mesi, il vecchio detto “dolce dormire” sembra non valere. Per lui non esiste nemmeno tanta differenza tra il giorno e la notte, anche perché non è ancora capace di distinguerli. Il risultato sono notti insonni e scarso riposo, sia per il bimbo che per i genitori.

Il primo può comportarsi come un vero e proprio “urlatore” notturno, mentre mamma e papà possono cominciare a pensare di non essere dei bravi genitori. La realtà, per fortuna, non è mai così drammatica. L’importante è iniziare a capire fin da subito i ritmi del bimbo.

Durante i primi tre mesi di vita, quasi tutti i neonati vivono con disagio il distacco dal grembo materno. Immersi per nove mesi nel liquido amniotico, i piccoli non riescono ad adattarsi subito ai nuovi spazi e alle luci che caratterizzano l’alternarsi del giorno e della notte. Ecco perché, fin dal rientro dall’ospedale, bisogna abituare il bebé a capire la differenza tra il giorno e la notte.

Questa strategia (a dispetto della sua tenerissima età) lo renderà pian piano consapevole delle ore da destinare al riposo, escludendo le interruzioni per la pappa, che nei primi mesi avvengono ogni due, tre ore. A parte questi risvegli, sarebbe auspicabile che il piccolo dormisse in maniera tranquilla e regolare.

Le regole per far addormentare i nostri piccoli sono comunque semplici da applicare e possono condurre a risultati positivi in un brevissimo arco di tempo. Anzitutto è importante vestire il bebé con tutine comode e adatte alla stagione. Se il piccolo, infatti, avverte una sensazione di caldo o di freddo, tenderà a svegliarsi o a non dormire affatto. La stanza adibita alla carrozzina o alla culla, deve essere spaziosa. In genere, per agevolare la gestione delle poppate, il giaciglio del piccolo va posto nella camera matrimoniale. L’ambiente notturno deve essere silenzioso ( meglio senza Tv in camera) e illuminato solo da luci soffuse. La culla o la carrozzina vanno corredati da piccoli carillon che emettono suoni tipici delle ninne nanna.

Se il piccolo continua ancora a non volerne sapere di dormire, meglio prenderlo in braccio e passeggiare lentamente per la camera. Anche se molti lo sconsigliano, il contatto notturno con la mamma, specie nei primi mesi, ha l’effetto di rilassare il piccolo e di farlo sentire come se fosse ancora dentro la pancia. Non dimentichiamo che il neonato ha vissuto per nove mesi nel pancione materno e che l’adattamento a nuovi spazi richiede tempo e pazienza.

Di giorno, poi, meglio illuminare le camere con la luce del sole, in modo da abituare il bimbo alla differenza tra la luce del giorno e il buio della notte. Anche una posizione comoda può agevolare il sonno del bebé. Quella consigliata dagli esperti è la posizione supina, mentre quella a pancia in giù è da evitare perché potrebbe causare la cosiddetta “ morte nella culla”. Dibattuta e controversa è invece la posizione su  un lato, che alcuni esperti definiscono pericolosa. Trattandosi di bebé comunque, bisogna anzitutto pensare alla loro sicurezza. Pertanto ci sentiamo di consigliare solo la posizione supina. Il bimbo va posto preferibilmente su un materasso rigido e senza cuscino.

Se poi, i nostri piccoli tendono ancora a sfuggire alle braccia di Morfeo, si può tentare una strategia pedagogica molto efficace: farli giocare di giorno affinché arrivino stanchi e insonnoliti per la notte. Parlategli, sorridetegli, comportatevi come dei giullari, prendeteli e alzateli in alto per fare “opla, opla”. Vedrete che l’energia e la fatica spese durante il giorno, di notte si trasformeranno in una dolce nanna per tutti: bebé e genitori compresi!

 

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