far socializzare i bambini

Aiutiamo nostro figlio a socializzare

L’uomo, si sa, per sua natura è un animale sociale. Ancora più sociali sono i bambini, che fin dai primi anni di vita hanno bisogno di socializzare con i propri simili. Il percorso di socializzazione dei più piccoli segue alcune semplici regole di comportamento che vi spiegheremo in questo post. Anche nei primi mesi i genitori farebbero bene a uscire a passeggio con il loro bebé. Il bimbo di pochi mesi può essere trasportato in carrozzina, mentre dopo i sei mesi può anche essere messo nel passeggino.

La percezione dei colori, dei suoni e delle voci del mondo esterno aiuta a potenziare le capacità cognitive del bambino. Al contrario, stare sempre in casa con il piccolo rischia di farlo diventare un adulto chiuso e introverso. Nel percorso di socializzazione, però, non basta portare il bimbo dai nonni o dagli zii. L’incontro con queste figure è certamente importante, ma ancor di più lo è far incontrare il bimbo con altri bambini della sua età o anche più grandi.

L’esperienza dei genitori dimostra anche che i bimbi chiedono un contatto con i loro simili fin dai primissimi anni di vita. Non è raro infatti sentire pronunciare al proprio piccolo, intorno al primo anno di età, la parola “pimpi”, o ancor più precisamente, “bimbi”. In questa parola di poche lettere è racchiuso tutto il bisogno di socializzazione del nostro bambino e tutta la sua voglia di fare amicizia.

In questo quadro è bene che i genitori abbandonino la pigrizia e programmino delle uscite nei fine settimana o nei momenti in cui sono più liberi. Durante la settimana, invece, se gli impegni familiari e di lavoro impediscono persino di mettere il naso fuori dalla porta, si potrebbero invitare in casa amici e parenti con bimbi piccoli, in modo da farli giocare con i nostri.

Altre modalità di socializzazione comprendono l’accompagnare il bimbo in un parco giochi o in una bambinopoli comunale attrezzata con giochi e altre attività ludiche per i più piccoli. Quali sono i vantaggi della socializzazione del bimbo con i suoi simili? Anzitutto rispondiamo col dire che i vantaggi sono tantissimi, a partire dalla possibilità di rendere il bimbo più indipendente e più ben disposto a staccarsi dalla madre o dai genitori quando questi lo lasciano dai nonni per recarsi a lavoro.

Anche i nonni farebbero bene a favorire e stimolare le capacità di socializzazione del bambino. Quest’ultimo, infatti, ha bisogno di osservare tutto quello che gli accade intorno. Naturalmente, l’osservazione dei bambini piccoli è indirizzata ai colori, ai suoni e alle stupende manifestazioni della natura. Un bimbo, dunque, si stupisce delle piante e degli alberi in fiore, di un cane che abbaia o di un gatto che miagola.

Per mettere a contatto il bimbo con i vari elementi della natura è consigliabile effettuare gite al mare o in campagna e in ambienti comunque aperti, incontaminati e con ampi spazi verdi. La vita all’aperto e il contatto diretto con il mondo esterno aiutano lo sviluppo cognitivo del bambino più degli strumenti informatici. Non è un male coinvolgere il bambino in giochi con il pc e l’ipad, ma l’indipendenza e il carattere vero si costruiscono con giochi reali e materialmente percepibili.

Durante la prima infanzia, dunque, meglio coinvolgere il bambino nei tradizionali giochi all’aperto ( palla prigioniera, un due tre stella, ecc.) conosciuti certamente da tutti i genitori. Le bambinopoli comunali attrezzate, i campetti di calcio estivi, i grest organizzati da associazioni e gruppi parrocchiali, consentono di immergere il bambino in una serie di attività ludiche e di socializzazione mirate a favorirne lo sviluppo psicologico e cognitivo. In sintesi: per il benessere fisico e mentale del bambino vale di più una bella partita a calcetto che una sfida alla playstation.

 

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