carenze affettive nei bambini

Rischi delle carenze affettive nei bambini

Fare i genitori, si sa, è il mestiere più difficile del mondo. Specie per i primogeniti, non è mai semplice individuare il giusto confine tra l’eccesso o la carenza di affetto. Le troppe coccole, infatti, potrebbero far male al pari delle poche carezze e attenzioni. Dove trovare dunque il perfetto equilibro tra amore ed autorevolezza? Non è semplice rispondere a questa domanda, ma vale la pena aggiungere che anche nel mestiere di genitori la perfezione non esiste.

Nel percorso di crescita dei propri bambini bisogna solo farsi guidare dall’amore e dal buon senso. In tale contesto è utile sapere che i bambini, specie nei primi cinque anni di vita, hanno bisogno di un legame affettivo molto forte con le figure adulte di riferimento. I primi tre e sei mesi sono inoltre fondamentali per gettare le basi del loro futuro sviluppo affettivo. Ecco perché le mamme, a partire dal parto, ma già quando sono ancora nel grembo, non devono mai far mancare ai loro piccoli, sorrisi, coccole, affetto, carezze e tenerezza.

Queste manifestazioni d’amore educano il bambino a imparare a sua volta a dare affetto. Gli psicologi e gli psichiatri sostengono, infatti, che l’amore si impara solo ricevendolo. I più sensibili e ricettivi alle manifestazioni di affetto o alla loro carenza, sono proprio i bambini, piccoli esseri che sanno distinguere benissimo tra il vero e il falso affetto. Alcuni studi confermano anche che i bambini riescono a percepire, da una semplice stretta di mano, se l’adulto di cui si fidano li ama o li tratta con indifferenza. Tutte le emozioni espresse dalla madre, inoltre, vengono percepite per intero dai bambini piccoli. Il bebé, dunque, può sentire se la sua mamma è felice o depressa, appagata o insoddisfatta.

Per un sano sviluppo interiore ed emotivo, il bambino dovrebbe dunque essere salvaguardato da tutte le emozioni negative, quali rabbia, tensione e ansia. Sappiamo come sia difficile riuscire ad evitare i sentimenti negativi, ma quando c’è di mezzo un bambino, bisogna fare uno sforzo di consapevolezza e volontà. I rischi delle carenze affettive nei bambini o della dimostrazione di sentimenti negativi quali rabbia, ansia e angoscia, possono causare nei piccoli disturbi psicologici anche gravi. Tra questi, anche ansia, angoscia notturna e incubi che non sono altro che la manifestazione più lampante dell’assorbimento delle emozioni negative dei genitori da parte della mente del bambino.

Crescendo, il bambino che ha vissuto delle carenze affettive sviluppa anche una tendenza all’isolamento e alla depressione, ma anche paure molto forti, come quella dell’abbandono. I segni delle carenze affettive vissute dai bambini possono proseguire anche nella vita adulta. I principali disagi emotivi accusati dagli adulti trascurati da piccoli sono l’eccessiva dipendenza dagli altri, la difficoltà a costruire e mantenere relazioni stabili, o disturbi psichici molto gravi come le dipendenze da alcool e droghe, gli sbalzi di umore e le psicosi maniaco depressive.

Tra le carenze di affetto rientrano anche gli atteggiamenti autoritari. Si è visto, infatti, che i figli di genitori autoritari, invadenti e totalizzanti, rischiano di diventare degli adulti insicuri e dipendenti dagli altri. Un corretto percorso nella relazione mamma e bambino si realizza dunque con un atteggiamento sereno ed empatico, coccolando il piccolo, accarezzandolo sulle guance anche quando si trova nella culla, dandogli regolamente il bacio della buona notte, sorridendogli e rassicurandolo da tutte le sue paure.

Anche quando i ritmi di vita sono frenetici per colpa del lavoro, il bambino va compensato da assenze e distrazioni, non con acquisti di giocattoli, che per lui assumono proprio il valore di una magra consolazione, ma con coccole e sorrisi. Lo stesso atteggiamento affettuoso deve essere mantenuto anche dai nonni o dalle figure adulte di riferimento a cui il bambino viene affidato. Ricordatevi, infatti, che la felicità del bambino inizia sempre dalla famiglia d’origine. Per le ansie e i dispiaceri, c’è sempre tempo, mentre per la costruire la felicità di una persona non basta certamente una vita. Impegnamoci dunque a rendere felici i nostri bambini affinché un giorno loro siano in grado di rendere felici anche gli altri.

 

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