diritti dei bambini

Diritti dei Bambini, spesso ignorati, ecco quali sono.

La nostra epoca rischia di essere tristemente ricordata come quella dei “diritti negati”. Guerre, terrorismo, crisi economica e disoccupazione, stanno infatti privando milioni di persone del diritto a una vita stabile e dignitosa. Purtroppo, a subire le conseguenze di questa atroce privazione dei diritti, non sono soltanto gli adulti, ma anche i bambini, l’anello debole e più indifeso della nostra società.

I più piccoli sono anche il nostro futuro e possono darci la speranza di un domani migliore, a patto però di essere messi in condizione di crescere in un ambiente sano, amorevole e in grado di garantire loro l’accesso ai diritti fondamentali di ogni essere umano.

Ma quali sono i diritti dei bambini?
Semplice: si tratta di quelli che ci consentono di stare al mondo, ovvero il diritto alla vita, all’educazione, all’istruzione, al lavoro, alla libertà di pensiero e di opinione, senza alcuna discriminazione di sesso, razza, religione o condizione economica. In quanto esseri umani, i bambini godono dunque dei diritti basilari che sono comuni anche ai loro genitori.
Molti di questi diritti sono contenuti nella Costituzione italiana, negli articoli relativi ai principi fondamentali della stessa ( art. 1, 2,3,4). Anche durante la celebrazione delle nozze, il sacerdote o il pubblico ufficiale ricordano agli sposi e futuri genitori i doveri che avranno nei confronti dei figli, doveri che per i bimbi si traducono in diritti da far rispettare a tutti i costi. I genitori infatti hanno l’obbligo di accudire responsabilmente, mantenere, educare e istruire la prole. Il non rispetto di questi obblighi si configura come una grave violazione dei diritti dei bambini.

Povertà e sfruttamento

Purtroppo, però, la realtà, in alcuni casi, può essere molto diversa e non sempre per colpa dei genitori. Pensiamo al caso delle famiglie che si trovano improvvisamente ad affrontare dei gravi problemi economici. Molto spesso, l’improvvisa e prolungata mancanza di lavoro, può impedire ai genitori di garantire ai figli il diritto al mantenimento e all’istruzione. Gli ultimi dati statistici rivelano infatti che, nel nostro Paese, oltre un milione di bambini vivono in condizioni di povertà assoluta. Oltre alla povertà assoluta esiste anche quella “educativa”, per povertà educativa si intende una grave carenza di servizi formativi volti allo sviluppo e all’apprendimento di capacità, talenti e aspirazioni del bambino.
Il diritto ad essere mantenuti e istruiti è, quindi, in Italia, e forse anche nel mondo, uno dei diritti più a rischio di essere negato. I bambini non hanno solo diritto a essere educati, mantenuti e istruiti, ma anche a non essere sfruttati sotto qualsiasi punto di vista. Se volete rendere partecipi i vostri figli della vostra attività lavorativa, ricordate che esistono specifiche leggi internazionali che disciplinano l’età minima di ammissione al lavoro. Per legge, tutti gli individui al di sotto dei 18 anni sono minorenni. In base al tipo di lavoro, sono però i vari Stati che stabiliscono l’età minima per il contratto di apprendistato a favore dei minori di 18 anni. Quindi, attenzione a mandare in estate il vostro bambino a lavorare nel negozio dello zio, ad esempio, perché, in base alle convenzioni internazionali sui diritti dell’infanzia e in base anche alla legislazione italiana, potreste essere accusati di sfruttamento lavorativo di un minore.

Diritto al gioco

Per la loro tenera età, i più piccoli hanno anche dei diritti aggiuntivi, come quello al gioco e al tempo libero. Tutti i bambini hanno diritto a dedicarsi ad attività ludiche e ricreative adatte alla loro età e ad avere accesso ad attività culturali ed artistiche. Queste attività favoriscono lo sviluppo psicosociale del bambino e la sua capacità di relazione con il mondo esterno. La prima forma di tutela dei diritti dei bambini avviene in ambito familiare, dove i genitori devono dedicare le giuste ore al gioco e al dialogo con i propri figli. Il gioco garantisce al bambino un sereno sviluppo psico-emotivo e di conseguenza anche il diritto allo sviluppo psicosociale dello stesso.

Diritti negati in famiglia

Il dialogo, invece, consente di scoprire e risolvere per tempo eventuali situazioni di disagio. In questo quadro, occorre ricordare che lasciare i bambini da soli davanti a Internet, oppure trascurarli per chattare sui social, configura una vera e propria condizione di maltrattamento. Instaurare un sereno dialogo con i bambini, comprende anche il rispetto della loro liberà di pensiero, di parola e di opinione. Questi diritti non sono sanciti solo dalla Costituzione italiana, ma anche dalla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia ratificata a New York il 20 novembre 1999.
Ascoltare le esigenze del bambino è fondamentale in caso di separazione dei genitori e di conseguenti controversie giudiziarie. Spesso, sono proprio le testimonianze dei più piccoli a porre fine ai conflitti e alle situazioni più litigiose. I bambini hanno anche il diritto ad avere serene frequentazioni con entrambi i genitori e con i parenti. Questo diritto, oltre a essere sancito dalla Riforma del Diritto di Famiglia italiano, è garantito sempre dalle convenzioni internazionali per l’infanzia.

Secondo queste norme, i bambini non possono essere forzatamente separati da uno dei due genitori per essere trasferiti nel paese estero di uno dei due. Questo trasferimento forzato rappresenta oggi una delle peggiori controversie tra i coniugi appartenenti a paesi e religioni diverse. Basta pensare al caso dei matrimoni misti tra cristiani e musulmani.
In caso di crisi coniugale, può succedere che uno dei due genitori fugga nel paese d’origine con il figlio ancora piccolo e all’insaputa dell’altro genitore. Spesso, il Paese di arrivo è uno di quelli piagati dalla guerra e dal terrorismo, dove i bambini possono essere uccisi, imprigionati, torturati o costretti a combattere come dei soldati. Simili episodi configurano un vero e proprio reato di rapimento e una violazione grave dei diritti dei bambini.
Le convenzioni internazionali vietano di condurre i più piccoli in Paesi in guerra dove rischiano di subire traumi e violenze irreversibili. Per tutte le famiglie che si trovano a dover affrontare le situazioni appena descritte, ricordiamo che l’Italia ha approvato la convezione Onu sui diritti dell’infanzia con la Legge 27 maggio 1991, n. 176 e che le autorità possono intervenire con una semplice denuncia presentata da uno dei genitori o tutore del bambino vittima di uno o più diritti negati. Vale la pena di ricordare che i diritti dei bambini furono riconosciuti per la prima volta dalla Convenzione di Ginevra del 1924, varata a seguito delle terribili conseguenze che il primo conflitto mondiale produsse sui più piccoli. Ogni anno, inoltre, il venti novembre, data di ratifica della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia, viene celebrata la Giornata mondiale dei diritti dei bambini, con eventi, striscioni, giochi e conferenze sul tema. Una buona occasione per partecipare tutti assieme, genitori e bimbi, a un evento che ci ricorda di tutelare e preservare i diritti dei più piccoli, diritti che si possono, in sintesi, riassumere in quelli più importanti e relativi alla loro età: il diritto all’infanzia e all’innocenza.

Credits immagine: unicef.cn

 

Potrebbe anche interessarti