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Aiuto: mio figlio mi stressa!

I figli, anche se desiderati e amati, possono qualche volta essere fonte di stress per i genitori. In un’epoca come la nostra, ricca di impegni e di contrattempi, la cura e la gestione dei figli possono rivelarsi particolarmente faticose, trasformandosi da fonti di gioia a motivi di stress.

Non è raro, al giorno d’oggi, captare, tra le confidenze delle mamme, frasi che esprimono tutto il disagio e la fatica di doversi occupare anche dei capricci dei bambini, come se non bastassero già i fastidiosi alti e bassi della vita a regalarci forti momenti di stress. Nel rapporto genitori e figli è bene però non far pesare le proprie insoddisfazioni e frustrazioni sui ragazzi.

La genitorialità come fonte di stress può manifestarsi fin dai primi mesi di vita del bambino. Quali sono per una neomamma e un neopapà i momenti più stressanti nel rapporto con il nuovo nato? Semplice: le notti insonni e i pianti del piccolo. Un’esagerata attività di pianto del bebé può essere in realtà causata da una temperatura domestica troppo alta o troppo bassa per le effettive necessità del piccolo. In questo caso, lo stress può rientrare abbassando o alzando la temperatura della propria abitazione. Ripristinata una corretta temperatura dell’ambiente domestico, il piccolo dovrebbe smettere di piangere e di non dormire di notte.

Altri momenti di stress si possono collezionare durante la fase di crescita del bambino, anche a partire dal primo anno. Il piccolo potrebbe manifestare iperattività, desiderio di stare sempre con la mamma o di voler camminare e gattonare anche di notte e fino alle prime luci dell’alba. Altri segnali che rivelano di avere a che fare con un bimbo troppo vivace possono essere piangere o urlare durante i pasti dei genitori.

I pianti, in questo caso, possono essere talmente intensi da costringere mamma e papà a smettere di pranzare ( o cenare) o a consumare i pasti su turni. Quando un bimbo si comporta in questo modo, lanciando segnali di eccessiva irrequietezza, bisogna anzitutto iniziare a riflettere non su eventuali problematiche del bimbo, ma su se stessi.

E’ molto probabile, infatti, che il bambino assimili le eventuali ansie di genitori iperprotettivi e che poi si esprima con il disagio appena descritto ( capricci durante i pasti e difficoltà notturne). Si è visto, inoltre, che genitori troppo ansiosi e perfezionisti siano causa di ansia e iperattività nei bambini. La reazione esagerata dei piccoli è quasi sempre una risposta a un disagio dei grandi.

Per riportare la situazione alla normalità, bisogna prestare anzitutto attenzione all’equilibrio della coppia, equilibrio che potrebbe essere minato da difficoltà lavorative o da difficoltà relazionali tra i due genitori. I disagi del bimbo e quindi le eventuali cause di stress, possono essere evitati anche imparando a gestire con dolce autorevolezza i suoi capricci.

All’inizio sarà dura, ma entrambi i genitori devono sforzarsi di abituare il piccolo a stare calmo durante i pasti. Se piange, non alzatevi subito per prenderlo in braccio, finite di mangiare e solo dopo potrete abbracciare vostro figlio. Questa tecnica abituerà il bambino a capire quando può giocare e quando deve stare calmo.

I capricci dei bambini possono continuare anche durante l’età dell’asilo e dei primi anni di scuola. Il protrarsi dei capricci e dell’iperattività durante l’infanzia potrebbe richiedere persino l’intervento di un neuropsichiatra infantile. Ma prima di arrivare a questo, esistono ancora tante occasioni per rimediare.

Alle mamme diamo solo un avvertimento: se mettete al mondo un figlio credendo ( anche inconsciamente) che questa esperienza sia stressante, finirete per stressare davvero il bambino e per farlo diventare una persona stressante. Se invece vivrete la maternità con gioia e senza ansia, getterete le basi per la futura felicità vostra e del vostro bambino.

 

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